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Università degli Studi di Foggia - Facoltà di Beni Culturali e Scuola arti forensi

ITALIANO > edifici pubblici

Nel 2003 l'Università degli Studi di Foggia bandì un Concorso Internazionale di progettazione per la realizzazione di un nuovo campus, che doveva contenere la Facoltà di Beni Culturali e la Scuola di Specializzazione per le arti forensi. Al Concorso partecipò un'equipe, con prof. Uberto Siola capogruppo, arch. Michele Fatigato, arch. Chiarastella Fatigato (questi ultimi due soci di IDEA srl) arch. Pietro Fatigato, arch. L. Milano, arch. F.Visconti. Il progetto è risultato vincitore del 2° premio. L'importo complessivo di progetto era pari a € 32.000.000,00.

PREMESSA
I concorsi per la progettazione di sedi universitarie hanno sempre avuto grande importanza come sede di dibattito sui temi della trasformazione del territorio. E ciò anche e specificamente per quanto attiene il rapporto tra queste strutture e la città esistente. Nel caso di insediamenti universitari di nuova formazione, come quello oggetto del concorso, i problemi sono ancora più ampi e sono stati, nel tempo, risolti in modi molto diversi.
La storia della progressiva, sempre maggiore, interazione tra università e contesto sociale, culturale e fisico e dell'apertura progressiva della istituzione universitaria verso il mondo circostante, è già stata oggetto di studio e ricerca, oltre che attraverso i progetti della grande stagione dei concorsi (Udine, Salerno, Reggio Calabria), a partire dal testo di De Carlo del 1968 , nella specificità assoluta della produzione architettonica connessa agli insediamenti universitari. È la storia di un progressivo e inarrestabile identificarsi della università con il contesto urbano, in conseguenza del ruolo che la formazione superiore andava assumendo nella società moderna di indicatore delle aspirazioni e degli orientamenti della società.
Oggi che proprio alla istruzione superiore e alla ricerca, la società contemporanea sembra aver affidato un ruolo trainante del suo sviluppo, riteniamo che la soluzione possibile sia quella di considerare i nuovi insediamenti universitari, anche quando sorgono lontano dai centri abitati, come un "brano" di città, con tutta la complessità di rapporti che questo comporta: nel progetto per la sede della Università di Foggia a Lucera i tipi edilizi si ripetono, non sempre uguali, e individuano una serie di spazi urbani all'interno del complesso: la strada, la piazza, il luogo collettivo e quello di servizio.

L'IMPIANTO
Inserimento nel contesto urbano
Il lotto assegnato per la progettazione del nuovo insediamento universitario si trova a pochi chilometri dal centro abitato di Lucera, lungo la strada Lucera-Roseto Val Fortore.
Si tratta di un lotto che sorge in un'area ancora fortemente caratterizzata dalla presenza della coltivazione estensiva dell'ulivo anche se, l'insediamento abitato, si è ormai notevolmente avvicinato.
Per queste motivazioni, la scelta più opportuna, è apparsa quella che potesse conciliare la necessità del nuovo insediamento di essere un 'monumento' nel territorio ancora parzialmente incontaminato (edificio, o insieme di edifici, fortemente rappresentativo delle funzioni ospitate, visibile e riconoscibile anche da lontano) e, contemporaneamente, quella che potesse conferire alla nuova costruzione la capacità di innescare e 'governare' nuove possibili trasformazioni al suo intorno, dettandone alcune regole (costruzione di una sorta di 'centro storico' di una zona ormai destinata ad ulteriori espansioni edilizie).
Per questo, oltre che per meglio venire incontro alle richieste del bando di costruire lotti funzionali indipendenti, si è scelto di articolare il progetto come una composizione urbana di edifici diversi, all'interno di una maglia, di un tessuto, che trae le sue regole di impianto dalla suddivisione e dalle geometrie dei lotti agricoli del territorio.

Accessi e collegamenti con la rete viaria, percorsi interni
Al nuovo complesso universitario si accede dalla strada Lucera - Roseto Val Fortore, in corrispondenza del viale di ingresso alla piccola casa rurale, oggi esistente all'interno del lotto.
Su questa giacitura è stato ridisegnato un grande viale di ingresso, di larghezza complessiva di 40 metri e avente una sezione trasversale costituita da corsie laterali carrabili, da spazi verdi e da un viale pedonale centrale, che recupera quello esistente. La sezione centrale (corsie pedonali e verde) ingloba l'edificio rurale esistente, del quale si propone il restauro e la destinazione a attività commerciali e di svago per gli studenti.
Il viale principale attraversa quindi tutto il lotto, fino alla strada che si trova sul lato opposto (Lucera - Castelluccio), dalla quale è quindi possibile realizzare un ingresso secondario. Su una maglia di 110X55 metri (da marciapiede a marciapiede) disposta con la dimensione maggiore parallela alla strada di accesso al complesso, è impostato il reticolo della viabilità interna e del tessuto edificato, secondo uno schema di decumani e cardini. Vengono poi individuati due viali paralleli al grande viale principale e tre viali trasversali: la maglia regolare trova la sua eccezione nella parte centrale, dove è collocato l'edificio universitario, che assorbe due maglie per una dimensione complessiva di 110X110 metri. Ai lotti 'di bordo' è demandato il compito di assorbire le irregolarità del lotto.

Disposizione ed articolazione dei corpi di fabbrica
L'intento principale del progetto, come già si accennava, è quello di realizzare, in una zona in cui la caratterizzazione agricola è ancora quella prevalente, un impianto urbano chiaro e definito, capace di dettare le regole per gli insediamenti che, variamente caratterizzati dal punto di vista funzionale, sorgeranno intorno al complesso universitario, come sua naturale espansione: il centro storico di questo nuovo pezzo di città capace di governare, con le sue regole, le trasformazioni future e di non lasciarsi travolgere dalla ormai prossima espansione periferica della cittadina di Lucera.
Come un nuovo "brano" di città si configura quindi l'insediamento. Dall'ingresso dalla strada Lucera-Roseto si percorre il grande viale alberato principale, sul quale si fronteggiano la Casa dello Studente e un edificio complesso a varia destinazione funzionale (sala convegni, servizi annessi e foresteria), da un lato, e, dall'altro, l'edificio universitario vero e proprio. Sul fondo del viale e del lotto è collocata invece l'area destinata allo sport: l'area dei campi di tennis e calcetto, sul lato destro, e, sul lato sinistro, la palestra ginnica coperta, con annessi campi di pallavolo e basket all'aperto.
Le strade ortogonali al viale principale consentono di accedere a tutti i lotti destinati a parcheggio - interposti tra i singoli edifici e disegnati attraverso l'uso del verde e di pensiline costruite - e, alle spalle dell'edificio universitario, al grande parco degli ulivi. Quest'ultimo si configura come uno spazio verde che, salvaguardando la maggior parte delle alberature esistenti nell'area e attraverso piccoli interventi (realizzazione di viali, padiglioni e integrazione delle alberature), dota il complesso di un grande spazio all'aperto per la sosta e il riposo e potrebbe costituire, in futuro, un possibile polmone di espansione.

Suddivisione in lotti funzionali, funzionalità di ogni singolo lotto disaggregato
La disposizione dei corpi di fabbrica progettata e descritta precedentemente consente di prevedere una costruzione del complesso per lotti funzionali indipendenti, assicurando una ottima funzionalità di ogni singolo lotto, disaggregato rispetto agli altri.
Edificio Universitario, Casa dello Studente, Edificio Congressi e Foresteria, Attrezzature Sportive, Parcheggi, Parco sono tutti elementi individuabili come lotti indipendenti e il disegno della viabilità (con la possibilità del doppio accesso dalle strade Lucera-Roseto e Lucera-Castelluccio nonché da viabilità trasversali 'di cantiere' disposte sui limiti del lotto) consente di realizzare cantieri recintati in maniera indipendente, privi di pericolo e di interferenze con eventuali edifici già in esercizio.
Un ulteriore approfondimento merita la questione dell'edificio propriamente universitario, a sua volta suddivisibile in lotti. Si tratta infatti di un grande edificio a "C, con il prospetto principale rivolto verso il grande viale alberato costituito, in realtà, da due "L" simmetriche rispetto all'asse destinate ad accogliere il corso di laurea in Beni Culturali e la scuola di specializzazione in Professioni Legali. I due blocchi a "L" possono essere costruiti in maniera indipendente ed, eventualmente, anche in tempi differenti e successivamente "saldati" nella soluzione del grande atrio di ingresso centrale. A chiudere la corte, sul fondo della "C", è collocato un edificio lineare che, rivolto verso l'interno della corte, accoglie i servizi comuni e chiude la intera composizione.

GLI EDIFICI
Come più volte ribadito, nel suo complesso, l'insediamento ha come tema la costruzione di un 'parte urbana' definita e riconoscibile nel territorio.
Ciascun edificio autonomamente è stato poi pensato e progettato come oggetto architettonico a sé, con grande attenzione alla necessità di conferire qualità all'insediamento e di realizzare spazi dotati di autonome qualità interne, dal punto di vista morfologico e funzionale.

Edificio Universitario: corso di laurea in conservazione dei beni culturali, scuola di specializzazione per le professioni legali, servizi comuni
L'edificio universitario occupa due maglie del tessuto, assumendo la dimensione totale di un grande edificio a corte di 105 metri di lato e due livelli fuori terra, scomponibile in due "L" simmetriche (Corso di Laurea in Beni Culturali e Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali) e un edificio stoà (Servizi Comuni).
A questa chiara impostazione tipologica si affianca un lavoro progettuale, fatto sulla sezione trasversale dei corpi di fabbrica, che ha consentito di realizzare ricchezza e articolazione degli spazi interni e di risolvere alcuni problemi di carattere distributivo e funzionale (ad esempio la diversa superficie utile necessaria per il corso di laurea e la scuola di specializzazione da realizzare in corpi di fabbrica simmetrici).Il tema che più volte ricompare, all'interno dell'edificio, è quello dei "recinti" - a volte ambienti coperti, altre volte spazi scoperti e attrezzati con il verde come luoghi di passaggio, incontro, sosta - e degli edifici contenuti all'interno di questi recinti costituiti dal muro di mattoni che segna l'involucro esterno di tutto l'edificio.
Dall'ingresso principale, posto sul grande viale alberato verso sud, si accede centralmente al grande atrio quadrato: un primo recinto all'interno del quale è collocato un edificio autonomo, ancora a pianta quadrata, rivestito in pietra e costituito da pilastri che sorreggono la copertura a tramoggia dell' impluvium centrale. È questo il luogo di incontro e smistamento dei vari percorsi interni all'edificio universitario: verso la corte interna, verso l'edificio dei servizi comuni, verso gli ambienti destinati ai docenti e verso quelli destinati agli studenti.
Tutto il fronte principale è perfettamente simmetrico rispetto all'asse centrale, che guida anche la composizione dello spazio verde centrale, ed è occupato dagli ambienti per le gli uffici di direzione e supporto e, nelle testate quadrate, dagli studi dei docenti: da un lato per il corso di laurea in beni culturali, dall'altro per la scuola di specializzazione per le professioni legali. I due blocchi (direzione e studi docenti) sono separati e collegati, al tempo stesso, fra di loro da piccoli patii scoperti. Gli elementi di risalita verticale sono sempre autonomi per i diversi blocchi funzionali: in particolare nelle testate quadrate il volume della grande scala circolare inclusa in un patio a pianta quadrata si eleva sino a superare la quota della copertura, segnalando, all'esterno, la presenza dell'edificio nell'edificio. La soluzione si ripete simmetricamente rispetto all'asse centrale dal momento che identiche sono le richieste, in termini di spazi a disposizione, per le due aree amministrative e per gli studi dei docenti.
Anche i due blocchi destinati alle attività didattiche sono collegati e separati , a un tempo, al braccio innanzi descritto, attraverso patii scoperti, accessibili anche direttamente dalla corte: la diversa soluzione di sezione, in alcuni punti, ha consentito di assorbire, all'interno di "involucri" simmetrici le diverse richieste in termini di tipologia e superfici degli spazi per la didattica formulate dal Corso di Laurea in Beni Culturali e dalla Scuola di Specializzazione della Facoltà di Giurisprudenza. Il tema architettonico è qui quello dell'edificio costruito intorno ad una galleria centrale a doppia altezza, con le scale poste simmetricamente rispetto all'asse longitudinale e centralmente rispetto al blocco edilizio e dalle quali si accede ai ballatoi che disimpegnano gli ambienti del piano superiore e si affacciano sulla galleria.
Per quanto riguarda le distribuzioni interne, per la Scuola di Specializzazione sono state collocate al piano terra e al primo piano, sui lati lunghi, le aule per il tutoraggio, e, in testata la grande aula per la simulazione processi, al piano terra, e, al primo piano, le aule da 100 posti e l'aula informatizzata.
Per quanto attiene invece il corso di laurea in Beni Culturali al piano terra, sui lati lunghi, sono stati collocati i laboratori, in collegamento con il magazzino reperti al piano interrato e, nelle testate, aula informatizzata e laboratorio linguistico, al piano terra mentre il piano superiore costituisce una sorta di "aulario" con tutti gli ambienti delle diverse quadrature richieste.
Sul fondo della corte si trova invece l'edificio dei servizi comuni: è questo un edificio lineare che chiude la corte e si affaccia su di essa attraverso un ampio porticato. Anche in questo caso le testate accolgono gli ambienti eccezionali (aula magna, a doppia altezza, e biblioteca, organizzata su due livelli) con i relativi e necessari servizi, mentre nel corpo centrale si collocano, al piano terra attività di supporto e al primo piano la segreteria studenti. In copertura, in corrispondenza delle due testate, viene ripreso il disegno già proposto per le due testate sul lato sud e, in tal modo, l'immagine complessiva dell'edificio evoca quella delle masserie fortificate e del vicino castello.
Il disegno della corte interna, infine, si basa sui medesimi principi compositivi, di equilibrio e simmetria. L'ampio spazio verde centrale, con ulivi piantumati in filari regolari e attraversato da percorsi porticati, gerarchizzati e differenziati nel trattamento e nell'uso dei materiali a partire dalle regole di impianto degli edifici, costituisce il luogo centrale di incontro, sosta e riposo, a diretto contatto con gli ambienti per la didattica. Lo spazio pavimentato prospiciente lo stoà acquista il senso di una vera e propria piazza, nel suo contatto diretto con l'edificio dei servizi comuni.

Casa dello Studente
Le Corbusier, nel visitare Spalato e il suo centro storico, coincidente con l'antico Palazzo di Diocleziano, annotava che la forza presente nell'idea del Palazzo, sin dalla sua costruzione, era costituita dall'aver pensato l'Edificio come un pezzo di Città, con le sue complessità di luoghi, situazioni e relazioni.
Nell'edificio a corte della Casa dello Studente, che occupa con n. 4 piani fuori terra e un piano seminterrati la prima maglia del tessuto, sulla destra entrando dalla strada Lucera-Roseto, si sono voluti, intenzionalmente, reinterpretare i temi già presenti nella morfologia della parte "urbana", portandoli alla scala dell'isolato. In esso la corte non è solo lo "spazio non costruito", ma, luogo collettivo del ritrovarsi degli studenti in comunità, richiama il carattere ed il ruolo della corte interna della domus romana. In essa sono presenti la Cavea per i piccoli spettacoli, il Giardino, attraversato il quale, scendendo una pedimentina, si giunge agli ambienti speciali della Mensa e della Sala ginnica.
Anche il tema del "recinto", sviluppato nel progetto, esalta il carattere di introversione di questa casa collettiva. Tale recinto è costituito da una parete sulla quale si "incastra" il corpo triplo dell'edificio e che diviene ora muro contro terra al piano seminterrato, ora muro chiuso al piano terra, per divenire poi griglia che si mostra, parzialmente ai piani intermedi, integralmente in copertura.
L'accesso alla Casa dello Studente avviene da un corpo di fabbrica che chiude spazialmente la corte e nel quale è allocata la reception -portineria. Angolarmente sono posti i blocchi scala, illuminati dall'alto.
La Casa dello Studente, nelle sue funzioni residenziali vere e proprie, si sviluppa nei quattro livelli fuori terra. Oltre le 224 cellule abitative, sono presenti gli ambienti collettivi, costituiti dalle sale studio, di riunione, dalla Biblioteca, dalle sale di ricreazione. Sono previsti anche i servizi di supporto (lavanderia, parcheggio biciclette) e gli spazi destinati ai servizi gestionali ed amministrativi (uffici, archivio, guardaroba, depositi, magazzini).
Anche per la Casa dello Studente si è previsto l'uso di materiali da costruzione tipici dell'area di Lucera, quale il laterizio a vista e la pietra.

Sala Congressi e Foresteria
La città di Foggia e il suo immediato hinterland sono abbastanza periferici, rispetto al vasto "mercato" della convegnistica. Fatta eccezione, per quelle di Foggia, le locations esistenti non superano i 200 posti a sedere e non sono, per lo più, connesse a strutture alberghiere, necessarie per lo svolgimento di convegni residenziali.
La Università non rappresenta solo un luogo di studio, ma un vero e proprio Centro di Cultura, che, di per sé stesso, collegato all'attività primaria di didattica e ricerca, ma anche a quella di promozione dello sviluppo del territorio, determina un forte impulso alla convegnistica. In particolar modo, il tipo di studi previsto nel campus si accompagna usualmente con un calendario molto impegnativo di convegni e congressi, sia nel settore forense, che in quello museografico e in generale dei Beni Culturali.
Questa facile constatazione ha condotto a inserire la previsione della realizzazione della Sala Congressi con un'annessa foresteria.
L'edificio, complesso nella sua articolazione tipologica, occupa la maglia posta di fronte all'ingresso all'edificio universitario e si sviluppa su tre livelli fuori terra. Anche questo isolato è organizzato intorno alla corte, a cui si accede, passando sotto la Sala Congressi, dalla strada principale. A chiudere la corte, dal lato opposto, è situato il ristorante.
Il carattere di questa corte, del tutto diversa da quella della Casa dello Studente, è quello di una piccola Piazza, una sorta di "campiello", aperto e permeabile alla "città", definito dalla presenza di funzioni, quali quelle commerciali, della ristorazione e dell'accesso alla Sala Congressi, che fortemente rendono riconoscibile la sua "valenza urbana".
Tutta la corte è disegnata da un porticato, su cui si aprono gli accessi di alcuni piccoli locali destinati ad attività commerciali. Da un porticato posto in asse alla corte si accede sia alla scala che conduce direttamente alla Sala Congressi, che al sistema degli accessi verticali alla Foresteria. Tutti gli elementi chiusi, posti al centro della corte, compresa la Galleria che conduce dalle scale della foresteria alla sala Congressi, sono stati pensati in cristallo trasparente, così da non spezzare l'unicità della corte stessa.
Le cellule "alberghiere", in numero di 72, sono articolate su due livelli, al primo e al secondo piano. Esse sono collegate, tramite la Galleria, posta al primo piano, con la Sala Congressi.
La Sala prevede n. 400 posti a sedere.Essa è organizzata in uno schema circolare, contenuto in un quadrato, nei cui angoli sono sistemati gli ambienti di servizio (bar, foyer, sala interpreti, etc.) La sala prende luce da un tamburo sporgente dal piano di copertura, chiuso da una superficie conica, rivestita nella parte esterna da lamine di rame.
L'edificio della Foresteria sarà realizzato con murature in laterizio a faccia vista e la superficie esterna della Sala Convegni sarà rivestita con lastre di pietra.

Attrezzature sportive: centro tennis-calcetto, palestra
Le attrezzature sportive sono state intese come spazi attrezzati, a disposizione anche di utenti esterni alla Università, e come ulteriori spazi verdi all'interno del campus, inseriti nel disegno generale dell'impianto e architettonicamente definiti. Tutte le attrezzature sportive sono pensate e progettate immerse in un parco verde, in cui trovano posto le essenze tipiche del paesaggio del Tavoliere: il rovere, il pino d'Aleppo, l'eucalipto.
I due lotti dedicati sono posti sul fondo del grande viale alberato, in connessione con alcune maglie di parcheggio e con possibili ingressi autonomi dalla strada Lucera - Castelluccio.
L'area dedicata al centro tennis e calcetto è costituita da un grande elemento architettonico a croce che, suddividendo il lotto in quattro parti costruisce le tribune per gli spettatori e, al di sotto del volume delle tribune, gli ambienti spogliatoio, altri servizi necessari ai campi e i percorsi coperti di smistamento. Nel punto in cui si incontrano i due bracci della croce, si colloca un piccolo edificio a pianta quadrata che, circondato dai sistemi di risalita verticale, contiene, al piano terra, un punto di ristoro-bar mentre, al piano superiore, si configura come un gazebo coperto. All'interno degli spazi scanditi dall'edificio, si collocano i campi da tennis e da calcetto circondati, verso i lati esterni, da filari alberati.
Frontalmente a questa prima area sportiva si colloca un secondo lotto destinato ad accogliere la palestra coperta e campi di pallavolo e basket all'aperto. Per il disegno di questo lotto il tema prescelto è ancora una volta quello del riferimento alle architetture delle masserie. Un muro circonda infatti e sottolinea i confini del lotto e, a questo muro, si accostano volumetrie diverse per le diverse funzioni: la palestra con la copertura a volta è il volume principale ed emergente (la "casa" nel paragone con la messeria) cui si affiancano volumetrie minori destinate a depositi, punti di ristoro, spogliatoi (i volumi di servizio per attrezzi e animali delle case rurali). All'interno del recinto, il disegno del verde assume forme più "Naturalistiche" e circonda gli edifici ed i campi all'aperto.

Parcheggi
La mobilità veicolare in entrata e in uscita dall'Università deve essere garantita dalla presenza di un numero adeguato di parcheggi.
Sono previsti n. 620 stalli all'aperto, organizzati in n. 4 aree differenti.
Un'area è posta nelle immediate adiacenze dell'Università, con n. 196 stalli. Le altre tre aree poste tra la casa dello Studente e la Sala Congressi-Foresteria e tra questa e l'area dei campi sportivi all'aperto, sono invece destinate al parcheggio a pagamento.
Le aree di parcheggio sono state dimensionate tenendo conto delle esigenze interne alla università e della possibilità che alcuni degli edifici e delle attrezzature all'interno del campus siano utilizzate anche a utenti esterni (sala congressi, attrezzature sportive ecc.). La scelta è stata quella di dedicare alcuni lotti, o porzioni di essi, disegnati dal reticolo della maglia preordinata, a questa funzione, in maniera tale da ridurre al minimo le percorrenze pedonali per le diverse tipologie di utenti e di visitatori.
Per quanto attiene poi il disegno di queste aree, queste potranno essere disegnata anche attraverso l'uso di elementi di pensilina o di elementi verdi, in grado di mitigare l'impatto visivo determinato dalla presenza delle auto e di disegnare "profili" costruiti, alternati a quelli delle aree verdi e degli edifici maggiori, lungo le strade interne all'insediamento.

Parco degli Ulivi
L'area donata dal Comune di Lucera all'Università di Foggia era una Masseria padronale, di cui residuano un edificio, per il quale il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione funzionale per locali di ritrovo degli studenti, e una vasta coltivazione ad olivi, lungo il lato nord-est.
Ponendosi lateralmente alla Masseria si scorge in lontananza il Castello di Lucera e la sua Torre della Regina e una sconfinata distesa di ulivi.
"La Puglia"- come scrive Cesare Brandi- "è un meraviglioso, austero, paese arcaico. L'unico dove si assiste ancora allo spettacolo incontaminato, e per interminabili distese, di una flora anteriore alla calata degli indo-europei: solo ulivi e viti, viti e ulivi, le piante che nel nome, tenacemente conservato e trasmesso, rivelano ancora di essere state trovate sul posto dagli invasori ariani."
Gli ulivi contorti e spaccati della campagna pugliese corrono ordinati secondo un sesto sapiente, che li separa di quel tanto necessario ad impedire che le loro fronde si colpiscano e percuotano.
Abbiamo voluto preservare e valorizzare l'ampio uliveto esistente, memoria delle fatiche dell'Uomo, fatte per addomesticare la terra riarsa e trarne frutto per i propri figli.
Il Parco degli Ulivi, attraversato da piccoli sentieri che conducono a luoghi di sosta all'ombra, rinfrescati dalla presenza di piccole fontane ornamentali, sarà luogo di piacevole ritrovo e socializzazione.

L'ARCHITETTURA DELLA UNIVERSITÁ: TRA SCELTA TIPOLOGICA E REQUISITI PRESTAZIONALI

…non Esigenze funzionali degli edifici ma piuttosto caratteri degli edifici perché il presupposto di questo insegnamento è sempre il dare un insegnamento architettonico. Un insegnamento cioè non esclusivamente funzionale come lo può vedere un committente o un esperto delle particolari funzioni, ma visto come lo può e lo deve vedere chi sarà chiamato a fare sue queste esigenze, e le altre pure oggettive della costruzione, interiorizzandole, consociandole nel suo spirito con le esigenze soggettive della personalità - la quale, in quanto è di un artista, tende inevitabilmente, anche se inconsciamente, all'espressione - e financo con quella terza categoria di esigenze cosiddette di 'riflesso' (ambiente, tradizione ecc.) che operano da lunga mano e inavvertitamente su ogni temperamento sensibile .
Enrico Calandra

Troppo spesso, quando si parla di architettura per l'università e la ricerca, ci si trova di fronte a un panorama di edifici caratterizzato da una sostanziale omogeneità di interpretazione tipologica, fortemente segnata dall'adeguamento dello spazio alle funzioni. Riteniamo invece che, per i motivi già esposti, per il ruolo che la università come istituzione ha e sempre più deve avere nel contesto sociale e culturale di un paese, si debba, nei progetti per gli edifici universitari, affrontare il campo significativo della capacità rappresentativa, del ruolo urbano e anche della rappresentazione della stessa città che l'architettura per la università può avere.
In tal senso è esemplare la frase di Enrico Calandra che pone appunto l'accento sulla importanza del contesto in cui gli edifici si collocano, sulla storia dei luoghi e sulla tradizione come elementi che governano il progetto: il quale deve - è vero - porre grande attenzione agli aspetti funzionali ma ponendoli nella relazione di necessaria interdipendenza con i quelli formali. Per gli edifici per la università, forse più che per altri edifici, esiste infatti il problema del 'funzionamento' ma questo può essere risolto all'interno di una logica di progetto che non dimentichi che un edificio, oltre che funzionare, deve esprimere qualità formale e conferirne al contesto che lo ospita.
Per meglio illustrare il "pensiero di riferimento" del il nostro progetto, abbiamo preso in prestito le parole di un grande architetto del passato - Louis I.Kahn, progettista negli Stati Uniti di alcuni tra i più belli edifici universitari che l'architettura moderna ricordi - e le sue riflessioni formulate proprio mentre lavorava a progetti di edifici universitari.
Desta sempre meraviglia quando l'uomo aspira a trascendere la funzione. In quest'edificio c'era la volontà di costruire una struttura voltata alta 100 piedi nella quale gli uomini facevano il bagno. Sarebbero stati sufficienti 8 piedi. Anche come rovina, è una meraviglia .

Una biblioteca dovrebbe offrire un sistema di spazi e la loro forma conseguente come edificio dovrebbe scaturire da un'interpretazione allargata dell'uso piuttosto che dal soddisfacimento di un programma per uno specifico sistema di funzionamento .

È compito dell'architetto scoprire la natura di tale profondo regno dello spazio…non si tratta semplicemente di applicare il programma dell'istituzione ma di tentare di sviluppare ciò che di valido può realizzare l'istituzione stessa .

Non leggo mai un programma alla lettera…è come scrivere a Picasso chiedendo: 'Voglio un dipinto con il mio ritratto - vi voglio due occhi - e un naso - e soltanto una bocca, per favore' .

Flessibilità aggregazioni operative in area di didattica
Si dice spesso che la forma segue la funzione. Ma questo non è per noi del tutto vero: sarebbe meglio dire che la forma ospita le funzioni anche perché le funzioni sono in continuo mutamento in quanto complesse e contraddittorie.
Questo è ancor più rilevante per edifici, come quelli per la università, che devono accogliere cambiamenti a volte più rivoluzionari che evolutivi: spaziali, programmatici, di concezione, tecnici, iconografici.
In questo senso si deve interpretare la chiarezza delle scelte tipologiche e una certa "neutralità" nella divisione degli spazi interni, realizzabile con l'uso di moderne soluzioni tecnologiche (pareti mobili ad esempio):
La differenza tra l'esterno e l'interno diventa poi molto rilevante laddove la neutralità degli spazi interni è controbilanciata dal contenuto simbolico esterno che è rappresentativo della istituzione nel suo complesso, contenuto simbolico che si realizza anche attraverso la integrazione con il contesto: ciò è particolarmente evidente nelle scelte effettuate per i materiali e per le forme dell'edificio universitario che evocano quelle della masserie fortificate pugliesi.

Qualità degli spazi interni, umanizzazione aree di studio e luoghi di lavoro interni ed esterni
Crediamo si possa affermare che c'è una correlazione tra ambiente di lavoro e attività intellettuale che vi si produce. Noi possiamo, come architetti, creare un ambiente positivo e stimolante per gli utenti della università. La definizione degli spazi può conciliare i tanti paradossi della attività intellettuale di studio e ricerca: innovazione e replicazione, discussione e riflessione, lavoro di gruppo e competizione.
Discussione e interazione sono elementi strategici per il progredire della ricerca e della educazione: i ricercatori riconoscono un posto di primo piano allo scambio di idee con colleghi e studenti. Essenzialmente, all'interno di un campus, i componenti la comunità accademica agiscono e reagiscono come un organismo interdisciplinare ed interdipendente. Gli spazi disegnati per loro devono favorire tale tipo di relazioni e incoraggiare le attività intellettuali e scientifiche.
Patii, vestiboli, hall, scale, la corte interna sono tutti configurati, all'interno del progetto dell'edificio universitario, come spazi aperti dove si possa parlare, spazi comuni, per l'incontro casuale, esposti alla luce naturale, utili a "legare" tra loro gli spazi "neutrali" disegnati per funzioni specifiche (aule e laboratori).

Collegamenti interni ed esterni, percorsi studenti-docenti, personale/servizi, visitatori,ecc.
A differenza di quanto si dice per i libri (che non vanno giudicati dalla copertina) crediamo che molto di un edificio sia detto dall'ingresso. Come uno si avvicina ad un edificio universitario, e poi come si muove al suo interno nei corridoi, negli atri, nei vestiboli sino alle aule ed ai laboratori, ha una dimensione che oltrepassa i problemi della sicurezza antincendio e i modelli di flusso e circolazione dei layout funzionali. Ingressi e spazi pubblici misurano le differenze costitutive di questo edificio.
L'edificio ha un unico ingresso principale, lungo il viale che dall'ingresso al campus smista i vari edifici del complesso, e costituisce il luogo di incontro privilegiato tra i diversi utenti del campus. Qui le porte provenienti si aprono per mano di utenti diversi: studenti che arrivano dalle loro residenze interne o da altri edifici interni al campus; docenti, ricercatori, tecnici e staff, provenienti per lo più dall'esterno. Tutti loro sono obbligati ad incontrarsi nel grande atrio intorno all'impluvium centrale, per poi smistarsi ai diversi blocchi funzionali.
Due ingressi secondari, in corrispondenza del "punto di contatto" tra l'edifico per la didattica e quello dei servizi comuni, consentono poi l'accesso diretto alla corte interna, un altro luogo di incontro e scambio così come i patii scoperti, le gallerie, i collegamenti verticali sono pensati come luoghi accoglienti che spingono gli studenti a frequentarli per mangiare, parlare e riposare.

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